lunedì 10 novembre 2008

Breve storia della mia infanzia quarta parte

I figli più piccoli è vero che sono un po' viziati, ma è anche vero che subiscono le angherie da parte dei fratelli maggiori.
Questa premessa per raccontare a cosa dovevo sottostare quando ero piccina picciò.

Gli episodi traumatici sono diversi, ma quelli che mi vengono in mente a primo acchito sono quattro:
  1. Principessa Nancy
  2. Il marito
  3. Luce accesa per tutta la notte
  4. Giochiamo a Barbie?

Ho già raccontato di quando mi faceva rubare gomme profumate mentre lei faceva il palo...ebbene si, sto parlando di lei, della stessa persona che mi ricattava perché non raccontassi ai miei genitori quello che combinava... lei...quella che mi sono ritrovata come sorella :-)

Mio fratello un santo, lei...

Il primo episodio si intitola "Principessa Nancy"...

Quando eravamo piccole spesso la sera facevamo il bagno assieme nella stessa vasca da bagno. Ridevamo, litigavamo, ci raccontavamo storie, ma uno dei giochi preferiti di mia sorella era "la Principessa Nancy". Il gioco consisteva nel fare squillare un telefono (di solito ero io che simulavo il driiiin driiiiin) e rispondere.

Ma chi doveva rispondere al telefono e soprattutto cosa doveva dire?

Innanzi tutto la cornetta era il manipolo della doccia. Io rispondevo al telefono appoggiando il manipolo all'orecchio e dovevo dire: Buon giorno, con chi parlo? Io sono la schiava della Principessa Nancy, che cosa desidera? Si, un momento solo che la schiava le passa la principessa...e da qui cominciava un monologo di mia sorella che non finiva mai....

Qui si parla non solo di sfruttamento di minori, ma anche di schiavismo...

Il secondo episodio si intitola "Il marito"...

Anche in questo caso decideva lei il mio ruolo.

Giocavamo a preparare le nozze di mia sorella, anche se eravamo specializzate nell'ingresso in chiesa.

Lei era la sposa ed io ovviamente chi ero?

Lo sposo

Si metteva in posizione con in bouquet in mano ed io dovevo starle a sinistra.

La dinamica era questa:

Iniziavamo a camminare lentamente, mooooolto lentamente, lungo un viale di campagna (che doveva rappresentare il corridoio di una chiesa) e, mentre facevamo dei passetti cominciavamo a salutare la gente con semplici cenni di testa, pian piano i cenni si facevano saluti timidi con le mani, arrivando al punto di salutare gli ospiti con strette di mano e standing ovation...

Era una cosa che a noi faceva ridere tantissimo, ma, guarda caso, era sempre lei la sposa ed il marito scemo.

Altro trauma infantile...crisi di identità...

Ma non è finita qui, il terzo episodio si intitola "Luce accesa per tutta la notte"...

Abbiamo sempre dormito nella stessa camera. Lei prima di andare a letto si impapuccava per bene e si infilava sotto il piumone. Nessuno la poteva spostare da quella posizione fino al giorno successivo. Tutto questo in assoluto buio tenebroso...

Io invece amavo leggere e sfruttavo la sera per poter sfogliare qualche libro, quindi tenevo la luce accesa per delle ore.

Solitamente lei andava a letto prima e la trovavo immobile sotto una coltre di piumoni, coperte e gatto. L'unico gesto che indicava che era ancora viva era il suo mugolio arrabbiato che con estrema delicatezza allietava le mie orecchie quando lasciavo la luce accesa per leggere...lascio immaginare il grugnito...

Capitava però, che a volte ero io ad andare a letto prima di lei, leggevo un po' e quando arrivava, anche se non leggevo e mi vedeva assonnata o già dormiente, si infilava sotto le coperte e lasciava la luce accesa.

Quelli si che erano grooooossi problemi.

Neanche se avessi pagato oro avrebbe mai spento quella luce. Bastava alzare la schiena di 90 gradi e allungare il braccio per riuscire ad arrivare, senza sforzi, all'interruttore.

Ma nooooooo, meglio fare venire i sensi di colpa a me...

Pensavo: "ma non è che possiamo rimanere con la luce accesa tutta la notte, sarebbe uno spreco...se venisse mamma si arrabbierebbe...con la luce accesa non si riposa bene... "

Ebbene, a quel punto io mi alzavo ed andavo a spegnere la luce e lei non si spostava neanche di un millimetro.

Come si chiama questo?

Sempre sfruttamento e creazione di sensi di colpa...

Ultimo, ma non ultimo per importanza, l'episodio "Giochiamo a Barbie?"...

I litigi tra fratelli fortunatamente sono come il dolore, si dimenticano.

Tutte queste angherie io le dimenticavo e ci passavo sopra tranquillamente.

Quando mia sorella mi proponeva di giocare a Barbie era sempre la solita solfa...e la cosa bella è che ci cascavo sempre.

Iniziavamo a costruire la casa di Barbie utilizzando oggetti che si trovavano per casa, bomboniere, strofinacci per fare i divani e i letti e tante altre cianfrusaglie.

Lei faceva sempre le case più belle delle mie, organizzava le stanze come un esperto architetto, vestiva la Barbie sempre meglio della mia ma...quando ancora ero lì, quasi alla fine, per mostrarle che anche le mie creazioni non erano male e soprattutto, quando finalmente le case erano finite e quindi toccava ai dialoghi....lei si scocciava e decideva di non giocare più :-(

Noooooo, per me era una delusione pazzesca, decideva di andarsene e mi lasciva lì, come una pera cotta a disfare tutto e riassettare.

Questo invece come si chiama?

Stronzaggine direi ;-)

Come potevo crescere sana con un'infanzia del genere????

:-D

Comunque, a parte tutto quello che ho raccontato, per me è sempre stata una sorella splendida...certo, continua a sfruttarmi ogni tanto, ma prima o poi mi vendicherò ;-)

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