sabato 13 settembre 2008

Breve storia della mia infanzia seconda parte

Riassuntino mega suntino ultra suntino della scorsa puntata:
Nascono tre figli, uno semi sfigato, una molto sfigata e l'ultima arrivata fortunella, la quale prende il nome di Alessandra.

Ma la sfortuna non tarda ad arrivare, il vento gira e quindi....

TATA'A'A'A'A'A'A'A'

Pensavo di essermela cavata con un nome decente. E' vero che di canzoni, cartoni animati o rime particolari con il mio nome non ne esistono molti (pensate che sfortuna da piccoli chiamarsi Lisa ...dagli occhi blu senza le trecce la stessa non sei più, Mirko...Satomi dove lo hai lasciato, Luca...caro, su...Camilla etc), ma è anche vero che il mio cognome (siamo fortunatamente 15 in tutta Italia) mi ha dato la possibilità di essere presa in giro da quando ho la capacità di ricordare.
Dovrei chiedere dei danni psicologici alla Mulino Bianco Barilla oppure chiedere una percentuale sul venduto, perchè con il mio cognome ho incrementato il loro fatturato del 5%. Per non parlare poi di tutte varianti al cognome che mi hanno appioppato.
Fortunatamente mai niente di volgare o offensivo, però dopo 32 anni credo che potrei stilare una lista di almeno 100 cognomi che mi hanno appioppato di proposito o per gioco.
A volte, considerando che è tanto carino, la gente preferisce chiamarmi per cognome che per nome :-(
E vabbè, basta pensare a mia sorella e a alla sfiga che si porta dietro, e il mondo mi sorride :-)

Ma ritornando alla mia infanzia...

Dalle fotografie che mi ritrovo a casa, e dai racconti della mia famiglia, so che dopo qualche giorno dalla mia nascita il mio corpo è tornato idratato.
Inizialmente ero carinissima, una pallina con le zampette, un arancino con i piedi.
Dopo un paio d'anni, prova ne è una foto oscena al limite della decenza, avevo la testa più grossa del corpo.
Ricordo che Francesco, un carissimo amico, dopo aver visto la foto che raffigurava la mia testa grande grande, rise una serata intera, e continuava a ridere da solo ogni qual volta pensava a quell'immagine.
Ma non ero poi così brutta....avevo una salopette blu da dove uscivano fuori due braccine ed una testa tonda, grande quanto un'anguria con i capelli a caschetto come un pagetto.
Lo so, non è una delle immagini più belle che si possano raccontare, però ero piccola e dovevo ancora perfezionare qualcosa!
La salopette però era molto carina, forse uno dei pochi capi che si potevano salvare del mio guardaroba.
Mia madre continua ancora oggi a dire che vestivamo benissimo.
Insiste nel dire che ci comprava i più bei vestiti dell'epoca, spendeva un sacco di soldi, era roba firmata, deliziosa e di tendenza"...
Sarà!

Ma se proprio dobbiamo essere sinceri, non è che gli altri amichetti si salvavano.
Chi non ha peccato scagli la prima pietra.
Chi delle persone che stanno leggendo questa storia, nati negli anni settanta, non ha nel cassetto una fotografia con un paio di pantaloni di velluto a costine color marrone/beige o un lupetto o dolcevita color beige????
NESSUNO.
Ammettiamolo, la moda per i bimbi anni settanta faceva veramente schifo.
Tutti noi abbiamo degli scheletri nell'armadio di cui non vogliamo parlare, e questo è uno di quegli argomenti scottanti che si vogliono sempre evitare.
Ma arriverà prima o poi alle vostre spalle, senza che ve ne accorgiate, il dolcevita che avevate da piccoli e a quel punto ritorneranno gli incubi e le notti insonni!!!!!
:-D
Ricordo inoltre quel carnevale in cui, per una festa all'asilo, mia madre decise di vestirmi da Venusia.
Era una tutina giallo banana e verde bandiera. Attorno alla vita avevo una cintura di 15 centimetri con un fibbione grandissimo color argento.
Da notare l'accostamento di colori che dava valore aggiunto all'abitino discreto.
E come dimenticare la maschera che accompagnava l'abito di Venusia?
Era di panno verde con due buchini al posto degli occhi. Era scomodissima: gli elastici mi facevano le orecchie a sventola, mi copriva la metà della faccia e non mi faceva respirare.
Tutte le mie compagnette erano vestite da damine, principessine, fate...solamente io ero strana. Però almeno mi distinguevo, ero l'eroina dello spazio!
Se tutto questo fosse successo negli anni 2000, telefono azzurro era già lì ad ascoltarmi, un assistente sociale avrebbe già fatto arrestare mia madre, mi avrebbero portato da uno psicologo per alleviare il trauma e mi avrebbero ricoperto di regali: psp, Bratz, Wings e caramelle varie.
Meglio nascere nel 2000, hai la vita più facile e soprattutto, non so per quale motivo scientifico, cresci alta, tettona, taglia 40 e bellissima.
Certo, perdi la verginità a 12 anni, quando ancora dovresti giocare con la Bratz che ti hanno regalato per il post trauma, però quello dell'amore legato ai sentimenti, ad oggi, è un problema secondario.

Un'altra volta racconterò quando mia madre, senza patente venne a prendermi a scuola e non vide il palo che sorreggeva il cancello prendendolo in pieno, o quella volta in cui, con la macchina, finimmo assieme a mia sorella e mia madre incastrate in una montagna di sabbia (questo è uno dei grandi misteri della mia famiglia). E racconterò anche quella volta in cui mia madre me le diede di santa ragione ed io, ingenuamente, credetti al fatto che se avessi aperto la porta lei non mi avrebbe picchiata. O quella volta in cui mio padre mi disse che Lady Oscar era realmente esistita ed io immediatamente lo andai a raccontare a tutti i miei compagnetti giurando su tutto quello che mi capitava davanti, che era vero perchè me lo aveva detto mio padre.
Questi si che sono traumi infantili.

La continuazione la racconterò un'altra volta.
Ciao.

1 commento:

morrison ha detto...

Ciao, scusa ma mi sento come il tuo amico, quello che guardata la foto non smetteva più di ridere, ecco io adesso rido e non la smetto proprio come lui, che meraviglia cominciare la giornata così, oddio... anche il fatto che il mio capo mi abbia appena telefonato per comunicarmi che prende un giorno di ferie, e vai!!! Ti trovo irresistibile, me la godo, certo capisco anche i traumi, però davvero troppo divertente :-)